Da una nocciolina a un volo in elicottero

soffocamento bambini

Frutta secca intera nei piccini? Ancora una volta: meglio evitare!

Stesso titolo dopo appena 8 mesi. Ma a Luglio scorso fu con una noce.

Questa volta invece è stato un pacchetto di arachidi a far volare in elicottero una bimba di appena 3 anni verso il Santobono di Napoli.

Obiettivo: eseguire broncoscopia e broncolavaggio d’urgenza per rimuovere frammenti di arachide dalla laringe.

E’ dunque il caso di riparlarne, è dunque il caso di lanciare ancora una volta un sonoro monito…

La frutta secca intera va evitata!

Va evitata in modo assoluto sotto i 3 anni di vita. Dai 3 anni in poi bisogna valutare da bambino a bambino: non tutti hanno le stesse capacità.

E’ pur vero che si tratta di un incidente che può accadere ad ogni età, persino in una adulto.

Ma come per molti anni ho spiegato durante i corsi nelle scuole alcuni alimenti ad alto rischio e non strettamente necessari al bambino è meglio evitarli nei più piccini.

Ed è poi doveroso saper valutare le capacità “fagiche” (ovvero di gestione del boccone e del cibo in generale) prima di proporre tali alimenti.

Frutta secca, caramelle dure o gommose, gomme da masticare e qualsiasi altro alimento non necessario ai fini nutrizionali.

Per gli alimenti necessari invece è bene proporli con intelligenza e col giusto taglio.

E soprattutto evitando di fare confronti tra bimbi (del tipo: “il fratello già li mangiava, il cuginetto stessa età già li mangia…)

Non siamo tutti uguali, sennò sai che monotonia!

Cos’è successo alla bimba?

E’ successo che mentre mangiava delle noccioline, ha iniziato a tossire emettendone alcuni frammenti.

In questi casi come ben sappiamo non va fatta alcuna manovra di disostruzione: la tosse naturale è l’agente disostruente più potente che esiste.

Qualunque manovra che non sia tranquillizzare il bambino incoraggiandolo a tossire, finirebbe con inibire la tosse stessa, non giovando il quadro.

Per fortuna la tosse ha funzionato nell’evitare una ostruzione totale con blocco del respiro. E dico per fortuna perchè in quei casi si hanno i secondi contati, il rischio è alto e sono necessarie le manovre di disostruzione.

Ma purtroppo la tosse non ha funzionato ad eliminare tutti i frammenti di noccioline inalate esitando così in una ostruzione parziale da corpo estraneo.

Quali sono i sintomi di ostruzione parziale?

Dipende molto da dove si ferma il corpo estraneo (noccioline nel nostro caso).

La nostra piccola ha presentato il seguente quadro: tosse spasmodica iniziale.

Dopodichè la tosse si è placata (i recettori della tosse si abituano alla nuova presenza dopo un po’) e subentrano i “sintomi da posizione”.

Tali “sintomi da posizione” spaziano da sintomi laringei (come vedremo ora nel nostro caso) a sintomi broncopolmonari.

Questi ultimi si manifestano talora anche a distanza di giorni con sovrainfezione polmonare e aumento di muco (polmonite ab ingestis).

A tal proposito rileggi anche…

Rileggi anche – Da una noce a un volo in elicottero – Luglio 2020

La nostra piccola presentava un intenso stridore laringeo e ciò lasciava intuire che le noccioline fossero ferme in laringe: in pratica ad ogni atto inspiratorio si sentiva un aspro rumore stridente.

E fu proprio questo rumore a far capire alla madre che doveva subito portarla in pronto soccorso.

La saturazione d’ossigeno e la frequenza respiratoria erano buone: nonostante l’aspro rumore la bimba riusciva a far entrare l’aria che le serviva.

Ed è proprio questa la fortuna di ogni ostruzione parziale delle vie respiratorie: c’è il tempo di andare in ospedale!

Serve la radiografia?

Anche se non ti permette di visualizzare direttamente le noccioline (si sa che il cibo è radiotrasparente, cioè non si vede ai raggi X) una lastra serve comunque.

Talora i segni indiretti del corpo ostruente (es: atelettasia polmonare, ovvero collasso di un polmone o parte di esso) ti orientano sia per la diagnosi che per la terapia.

La radiografia del torace per fortuna non mostrava alcuna atellettasia polmonare.

Nonostante la lastra negativa l’ipotesi di ostruzione da corpo estraneo era comunque quella più realistica.

E se fosse allergia alle noccioline?

L’idea c’è stata: se subito dopo aver mangiato delle noccioline hai difficoltà respiratoria non puoi non pensarci.

Ma l’anamnesi negativa, la mancata risposta clinica ad una dose di flebocortid e soprattutto il quadro laringoscopico di assenza di edema della glottide faceva decadere questa ipotesi.

Broncoscopia diagnostica e terapeutica

Dopo la prima seduta broncoscopica la diagnosi è stata confermata: inalazione di frammenti di arachide.

La broncoscopia in simili casi ha dunque un ruolo sia diagnostico che terapeutico.

Come ho scritto più su infatti la radiografia (e talora persino la TC!) non visualizzano il cibo e quindi solo la broncoscopia dirime la diagnosi oltre a consentire la disostruzione dai frammenti.

L’ostruzione parziale può soffocare?

Più volte questa domanda mi è stata posta durante i corsi di disostruzione fatti negli anni nelle scuole.

La risposta è questa: per quanto nell’ostruzione parziale si riesca a respirare (seppur con difficoltà), bisogna prendere atto che qualsiasi ostruzione parziale può trasformarsi in ostruzione totale da un momento all’altro.

Infatti gli oggetti ostruenti potrebbero spostarsi sotto i colpi di tosse e i movimenti del paziente.

E nel cambiar posizione tali corpi ostruenti potrebbero determinare un’improvvisa ostruzione totale.

Pur quando l’ipotesi che si tratti di piccoli e sparsi frammenti di arachide è quella principale, non è però possibile escludere a priori che non vi siano noccioline più grosse a potenziale rischio di ostruzione completa.

Dunque stabilizzare le vie aeree a rischio del paziente è fondamentale, specie quando il più vicino centro per una broncoscopia e a 1 ora e 20 di autostrada.

A tal proposito il merito è tutto dei colleghi anestesisti-rianimatori:.

Per quanta proficua sia l’interazione tra pediatra e rianimatore ai fini della diagnosi, la stabilizzazione del paziente è come sempre un prezioso merito dei rianimatori.

In parole semplici, chi davvero salva la vita nella forma più immediata e concreta del termine è questa figura essenziale e spesso poco conosciuta dalle persone: l’anestesista-rianimatore.

Ringrazio quindi i colleghi Giacomo Torretta, Ludovica Milito e il primario di anestesia e rianimazione di Ariano Irpino Maurizio Ferrara per esser stati protagonisti nella gestione di questo caso.

Dott. Raffaele Troiano

Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

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