Febbre alta bambini: ecco quando preoccuparsi davvero

La febbre scende ma non del tutto: vado in ospedale o attendo la visita del suo pediatra domattina?

Domanda che ogni genitore di un bimbo con febbre alta si pone. Inutile dire che a fronte di qualsiasi dubbio la scelta vincente resta quella di andare in pronto soccorso per una valutazione immediata.

Ma la percezione del pericolo da parte dei genitori è troppe volte alterata dall’ansia, tanto da indurre talora a sopravvalutare (ma talora anche a sottovalutare) la situazione.

In questo articolo voglio chiarirti le idee sui principali 必利勁 g>fattori di accompagnamento della febbre che ci aiutano a capire se il bimbo è davvero in pericolo o se può attendere la visita del suo pediatra di famiglia, magari il giorno dopo.

In caso di febbre causata da una grave patologia, qualunque essa sia, dalla sepsi alla meningite, dalla miocardite alla crisi leucemica, dalla polmonite all’appendicite perforata, ritroveremo sempre almeno uno (o più di uno!) tra i 10 fattori che a breve ti elenco.

Tra poche righe ti fornirò infatti una pratica lista di 10 campanelli d’allarme che meritano sempre una pronta valutazione pediatrica, anche laddove la febbre non sia altissima.

La febbre non scende: che vuol dire?

In molti si preoccupano parecchio quando la febbre non scende completamente: quasi ogni giorno mi ritrovo a ripetere alle mamme: “Signora non è importante che scenda del tutto ma per stare sereni è sufficiente che non salga oltre i 40°C”.

Pur se scende di poco, ci basta che il bambino si riprenda bene in termini di gioco e appetito e non presenti nessuno dei 10 elementi di rischio che tra poche righe vi elenco. Se il bambino torna a sorridere ci troviamo di fronte a un ottimo segnale che prescinde da quante “linee” di calo febbrile abbiamo ottenuto.

Sappiamo infatti che diverse patologie banali (come le comunissime infezioni delle alte vie respiratorie) presentano spesso un pattern di discesa febbrile che non raggiunge mai la defervescenza totale ed è noto che non si può correlare in alcun modo il pattern di discesa della febbre con la gravità del quadro.

  • Ad esempio una febbre continua (che oscilla su e giù ma senza scendere di oltre 1 grado) è possibile non solo in gravi condizioni di setticemia, ma anche in situazioni poco gravi come la sesta malattia o l’adenovirus.
  • Al contempo una febbre remittente (che scende di oltre 1 grado ma senza mai andare sotto i 37°C) la ritroviamo in molte gravi infezioni (tifo, brucellosi…) ma anche banalmente nelle comuni infezioni delle alte vie respiratorie.
  • Similmente la febbre intermittente (che scende di oltre 1 grado fino alla defervescenza completa sotto i 37°C) è una caratteristica delle infezioni batteriche (specie quando i picchi salita/discesa sono bruschi!) ma si realizza nelle più comuni banali forme di natura virale.

Febbre alta non vuol sempre dire malattia grave

Nonostante il livello massimo raggiunto dal termometro spesso spaventi molto, va detto che esso non correla in alcun modo con la gravità del quadro.

Ti ricordo ad esempio che molte patologie banali (es: sesta malattia) possono arrivare a 40 di febbre come nulla fosse, mentre patologie più serie e/o realmente meritevoli pronta terapia antibiotica (es: infezione urinaria, leucemia…) possono talora decorrere con lieve febbricola.

Una sepsi neonatale ad esempio (patologia gravissima) può addirittura decorrere senza febbre dal momento che il neonato può non aver ancora la capacità di elevare la temperatura adeguatamente per combattere le infezioni!

Inoltre va detto subito che di per se la febbre non danneggia l’organismo ma l’aiuta a reagire!

Un minimo rischio di rallentamento delle attività metaboliche cerebrali è descritto solo a fronte a temperature persistentemente superiori a 40,5 °C: ecco perchè già dai 40°C sentiamo il dovere di abbassare la febbre.

Dunque un 39 e mezzo stabile che non tende a salire ancora non deve assolutamente mandarci in panico!

Ecco i 10 elementi che definiscono la gravità della febbre:

1. Segni di meningococco

La presenza degli elementi che seguono non può attendere neanche un’ora e deve indurre il rapido invio del bambino all’attenzione di un pediatra ospedaliero::

  • Lattante (0-12 mesi): pianto continuo ininterrotto, fontanella cranica bombata (gonfia) e pulsante, difficoltà nell’alimentazione, apnee
  • Bambinoadolescente e giovane: forte mal di testa (se riesce a riferirlo), abbattimento, rigidità del collo (se gli solleviamo la testa con le mani mentre è disteso, avverte dolore al collo e si oppone al movimento)
  • A ogni età: petecchie e macchie violacee diffuse sulla cute (che non sbiadiscono alla digitopressione per 3-4 secondi)

2. Età a rischio

La febbre nei primi 3 mesi di vita deve sempre destare grande attenzione e pronta valutazione del pediatra in quanto in quest’epoca bisogna rapidamente discriminare la sepsi o altre gravi condizioni dell’epoca neonatale.

  • tra 0-1 mese di vita (neonato) febbre di qualsiasi livello necessita di pronta valutazione pediatrica
  • tra 1-3 mesi febbre superiore a 38°C necessita sempre di pronta valutazione pediatrica

3. Andamento febbrile insolito

L’andamento della febbre nel corso della giornata può talora indicare maggior rischio clinico divenendo meritevole di tempestiva visita medica::

  • Febbre che sale ripetutamente oltre 40°C va prontamente valutata dal pediatra, qualunque sia l’età
  • Febbre che supera i 38,5°C e mostra un andamento continuo (ovvero non scende di almeno 1 grado con paracetamolo (o ibuprofene – Leggi anche: Febbre alta bambini: come e quando dare l’antipiretico?)
  • Febbre che dura più di 5 giorni
  • Febbre che non passa dopo 48 ore di antibiotico prescritto dal pediatra

4. Comportamento insolito del bambino

Il bambino si presenta persistentemente e insolitamente sonnolento nonostante la discesa della febbre coi comuni antifebbrili. Tende insolitamente a rifiutare il cibo o il gioco pur nelle pause febbrili (ovvero quando la febbre scende tra un rialzo termico e l’altro). Ricorda: il rifiuto del cibo e del gioco al momento del rialzo o del picco febbrile è invece un evento frequente e che non deve destare particolare preoccupazione, a meno che la febbre non sia continua (cioè sempre alta, senza mai pause).

5. Vomito o diarrea ripetuti con disidratazione

Lingua e labbra secche e screpolate, pelle secca, fa poca pipi, piange senza lacrime. Se schiacciate decolorando il letto ungueale del bambino esso si ricolora dopo oltre 2 secondi (tempo di riempimento capillare allungato).

Nell’articolo qui linkato vi parlo anche di come bloccare il vomito nei bambini: LEGGI – Come fermare il vomito nei bambini? Quali farmaci antiemetici?

6. Alterazioni cutanee insolite

Petecchie e macchie emorragiche cutanee che, a differenza degli esantemi, tendono a non sbiadire quando schiacciate alla digitopressione (segni di sepsi meningococcica – vedi sopra).

Insufficienza del circolo cutaneo: cute marezzata o detta anche “marmorizzata (per le tipiche sfumature simil-marmo che vi emergono).

7. Dolore addominale fisso e costante

Indipendentemente da quanto il dolore sia intenso, l’allarme nasce quando si presenti insolitamente fisso e costante piuttosto di avere il classico andamento “va e vieni” tipo colica. In questi casi, soprattutto se si accompagna chiusura dell’alvo a feci e gas e/o vomito biliare giallo-verdastro, una pronta valutazione pediatrica ed eventualmente chirurgica è essenziale.

8. Respirazione difficile e “affannosa”

  • Ha segni di sforzo respiratorio: quando respira compaiono strani infossamenti alla base del collo o alle coste; le narici sembrano gonfiarsi e sgonfiarsi
  • Ha un respiro troppo veloce:

Contate i respiri in un minuto:

  • se ha meno di 2 mesi non dovrebbe farne più di 60
  • se ha 2-12 mesi non più di 50
  • se ha 1-5 anni non più di 40
  • se ha 5-12 anni non più di 30
  • se ha oltre 12 anni non più di 20

Oltre questi limiti c’è qualcosa che non va

9. Convulsioni per la prima volta nella vita

Al primo episodio di convulsioni è sempre necessaria una valutazione medica immediata: se il bimbo ha meno di 6 mesi o se non ha mai sofferto di convulsioni febbrili è fondamentale che venga valutato quanto prima per escludere meningite, un problema metabolico o l’esordio di una patologia epilettica. Qualora invece sia già stato stabilito che si tratti di convulsioni febbrili semplici allora ai successivi episodi si potrà essere più sereni.

10. Zoppia

Un’improvvisa zoppia in corso di febbre deve sempre accendere un campanello d’allarme. In molti casi potrà trattarsi della banale coxalgia benigna. Ma in altri casi vi sono gravi condizioni (osteomielite, artrite settica, leucemia) che vanno escluse.

Il vostro bambino presenta almeno una di queste condizioni d’allarme?

Se la risposta è sì, è consigliata una pronta visita pediatrica. Se invece non rientra in nessuno dei punti appena elencati potete stare relativamente più sereni e non farvi prendere dall’ansia e dal nervosismo se il vostro pediatra vi consiglia di rinviare la visita di 2-3 giorni. Perché aspettare? La risposta è semplice: dopo 2-3 giorni di febbre il pediatra avrà molti più elementi da valutare sia al racconto sia alla visita medica e potrà quindi arrivare più facilmente ad una diagnosi precisa.

E se fosse Covid-19?

Se fosse Covid19 molto probabilmente non avrà nessuno dei 10 campanelli d’allarme sopra elencati poichè, per fortuna, il Sars-Cov-2 ha un’andamento blandamente sintomatico nella maggior parte dei bambini.

E se fosse uno dei rari casi di malattia iperinfiammatoria da Covid che ha colpito alcuni bambini nel 2020? Ce ne accorgeremo poichè comparirà almeno uno dei segni sopra elencati e lo condurremo all’attenzione di un pediatra ospedaliero che, di questi tempi, prima di procedere a un ricovero di approfondimento la prima patologia che dovrà escludere sarà sempre quella da Covid19..

Dunque la diagnosi di causa (eziologica) qualunque essa sia (Covid, meningococco, pielonefrite, kawasaki, polmonite, peritonite, artrite….) interessa noi pediatri cercarla!

Per te genitore è invece importante focalizzare l’attenzione sui sintomi di accompagnamento piuttosto che sulla febbre stessa al fine di decidere in maniera razionale e consapevole se andare subito in pronto soccorso o se è possibile attendere la disponibilità del pediatra curante.

Dott. Raffaele Troiano

Fonti:

National Institute for Health and Care Excellence – Feverish illness in children: assessment and initial management in children younger than 5 years – 2007

Nelson Textbook of Paediatrics – 18th Edition

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